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Storie

Il monumento a Tiziano nella chiesa dei Frari

Nella chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari è collocato il grande monumento di marmo di Carrara che celebra Tiziano Vecellio, uno dei più grandi pittori della storia dell’arte europea.

Questo post ve ne riproporrà brevemente la storia, e vi aiuterà a farvi strada tra le varie figure che lo compongono.

Tiziano avrebbe voluto essere sepolto nella chiesa dei Frari, e aveva contrattato i suoi diritti di sepoltura con i frati in cambio di una grande tela che avrebbe collocato sulla sua tomba. Il grande maestro morí durante un’epidemia di peste, nel 1576. Inizia così il grande mistero della sepoltura di Tiziano, che rimane tuttora irrisolto. Benché alcuni documenti coevi o appena successivi la morte del pittore suggeriscano che per Tiziano si celebrò un funerale a San Marco, in deroga alle severe disposizione controlla peste, e che egli fu sepolto alla chiesa dei Frari, quando alla metà dell’Ottocento si fece posto al grande monumento nella medesima chiesa, non si trovò alcuna traccia della sua sepoltura. Sarà perché il tempo l’aveva consunta, o sara perché in realtà non è mai stato realmente seppellito qua? Tiziano morí di peste o di età? Perché se fosse deceduto a causa del morbo, difficilmente avrebbe potuto essere sepolto all’interno della città… Sia come sia, anche la tela a cui lavorava rimase incompleta nel suo studio, e fu terminata solo dall’allievo Palma il Giovane. Oggi si può ammirare alla Gallerie dell’Accademia.

Il tempo passò.

Secoli più tardi, nel 1794, con il supporto economico di Girolamo Zulian e Angelo Querini, fu interpellato Antonio Canova per un progetto di un monumento commemorativo a Tiziano, ma l’idea fu rigettata.

Fu soltanto durante il governo austriaco che il progetto di un monumento a Tiziano cominciò finalmente a concretizzarsi. Ciò avvenne tra 1842 e 1852, per volontà dell’imperatore austriaco Ferdinando I.
Dopo l’espletarsi di un concorso aperto agli scultori veneti, l’incarico fu assegnato a Luigi Zandomeneghi, allora professore alla Real Accademia di Belle Arti di Venezia, e a suo figlio Pietro. Fu utilizzato esclusivamente il bianco marmo di Carrara, benché il progetto iniziale prevedesse che le scene sullo sfondo fossero eseguite in mosaico.

Al centro del monumento si vede Tiziano, seduto su una seggiola d’onore, in eleganti vesti, coronato d’alloro, come spetta agli uomini eccelsi della Patria. Al collo porta due grosse catene d’oro con una medaglia, che ricordano le onorificenze ricevute da un altro imperatore austriaco, Carlo V, che lo nominó Cavaliere. Tiziano siede tra due figurine allegoriche. A sinistra si vede la Natura Universale, donna dalla corona turrita con molti seni, che viene disvelata da Tiziano stesso, che in arte riproduceva la natura in modo fedelissimo. A destra, un piccolo genio alato, accompagnato da una civetta, che lo contraddistingue come genio del Sapere. Ai lati, quattro figure muliebri raffigurano le arti: quelle più vicine a Tiziano sono la Pittura, con una corona d’alloro in mano, e la grafica (che ricorda il lavoro di incisore che contraddistinte Tiziano), più distanti la Scultura e l’Architettura, che tengono in mano gli strumenti del loro mestiere.

In basso, sul piedistallo, compare l’iscrizione latina “Titiano Ferdinandus I MDCCCLII”, che significa “A Tiziano dedico Ferdinando I, 1852”. In basso, ai lati, due uomini sostengono delle tavole che ricordano i favori che Tiziano ricevette dagli imperatori austriaci. Carlo V lo fece Cavaliere e Conte; Ferdinando I finanziò il suo monumento funerario.

Sullo sfondo dell’arco di trionfo, sono raffigurate in bassorilievo alcune opere che Tiziano realizzò in pittura. Quella di maggiore dimensione ricorda la celebre Assunta dei Frari. Negli altri scomparti si vedono la Visitazione, considerata per tradizione la prima opera dipinta del maestro, l’Uccisione di San Pietro Martire per la domenicana chiesa dei santi Pietro e Paolo, il Martirio di san Lorenzo per la chiesa dei Gesuiti, e la Pietà della Gallerie dell’Accademia, come si è detto la sua ultima opera. In sommità ruggisce un leone alato, simbolo della città, che mostra il simbolo della casa d’Asburgo.


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